sabato 17 settembre 2011

La serva serve

Lui chiama, Lei obbedisce. Un rapporto di potere arcaico e attualissimo, un modello patriarcale e familista, espressione secolare del cattolicesimo e del fascismo, diventa finalmente paradigma grazie al destino beffardo che ha assegnato la Direzione Generale della Rai a Lorenza Lei: un pronome, una garanzia.

Fanno sorridere le ansie palingenetiche di chi vede nella diversity un motore della società, nell’ingenua illusione che una donna, piazzata ai vertici dello Stato o di qualche Azienda, possa fare bene e innovare, in virtù semplicemente delle qualità anagrafiche, per le quali non ha alcun merito proprio.


Con femminile efficienza, l’Aufseherin di viale Mazzini è riuscita laddove Masi, il Gil Cagnè del management nostrano, aveva fallito: incurante delle leggi della democrazia e del mercato, ha fatto fuori i pezzi da novanta della televisione pubblica, che garantivano alti ascolti e pluralismo editoriale (“Vieni via con me”, “Annozero”, “Parla con me”), oltre ad aver cacciato il Direttore di Rai 3 Ruffini.

Rimangono così senza voce, e senza il diritto di veder rappresentate le loro idee nella tv (che dovrebbe essere) di tutti, i 9 milioni di telespettatori che seguivano Fazio e Saviano e i 6 che seguivano Santoro. Con un colpo solo, l’evangelica pupilla dei cardinali Bagnasco e Bertone fa un favore politico a B., eliminando le voci scomode (ma confermando la trimurti delle libertà Minzolini-Ferrara-Vespa), e un favore commerciale al Biscione, indebolendosi di fronte alla concorrenza.

I liberali e i democratici a corrente alternata, in questa Penisola che non c’è, dovrebbero inorridire per almeno due ragioni. Dal punto di vista economico, la servetta in tailleur viene pagata coi nostri soldi per distruggere, dal di dentro come un cancro, l’Azienda che dovrebbe guidare. Dal punto di vista democratico, chiudere un giornale, o una trasmissione di grande successo, solo perché sgraditi, diventa un atto autenticamente fascista. Senza libera circolazione delle idee, non c’è vera democrazia.

Ci sono le olgettine, che offrono al capo tette e culi. E c’è chi, volendosi vendere, ma non avendo altro, mette a disposizione il cervello - la coscienza no, quella non a tutti è data. E’ solo un fatto di denominazione, basta mettersi d’accordo: per favore, non chiamiamoli direttori. Sono diversamente escort.

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