sabato 21 marzo 2009

America me senti?

"America me senti?" era la famosa battuta con cui Alberto Sordi tratteggiava, in "Un americano a Roma", il nostro atavico provincialismo e l'eterno complesso di inferiorità nei confronti degli States.

Questa settimana, Barack Obama ha deciso di essere ospite del Late Night Show di Jay Leno sulla Nbc. Per la prima volta, l'uomo più potente del pianeta si confronta direttamente con la satira, sta al gioco, parla alla "pancia"della nazione. Per farlo, non sceglie il raffinato show di Letterman, che fa molto intellighenzia East Cost, andando in onda dagli studi di New York della Cbs. Il Presidente USA sceglie il programma comico più popolare, oltre cinque milioni di telespettatori, per parlare a quella fetta di elettori più lontani da lui e per rispondere tempestivamente ai primi attacchi degli autori tv, alla ricerca di una nuova preda dopo aver sbranato (giustamente) Bush. In base alle più recenti ricerche, due americani su cinque ricevono le notizie del giorno attraverso gli spettacoli di intrattenimento. Il filtro della satira riesce così a diventare un tassello importante nella costruzione del discorso politico.

In Italia, la satira langue tra querele, censure e ridicole accuse di faziosità. A nulla servono le epifanie sanremesi di Benigni: manca completamente lo spazio per la satira quotidiana che, commentando acidamente l'attualità, contribuisca a costruire il senso comune. L'unico programma satirico quotidiano di grande ascolto è Striscia; ma sappiamo che Ricci se la prende soprattutto con maghi e fattucchiere. Quando tocca i potenti, e in particolare il padrone, la butta sulla slapstick comedy: inciampi, tic fisici, lapsus e risate registrate alla Benny Hill che, ovviamente, non si avvicinano mai a sfiorare le questioni politiche reali.

Dai tempi di Aristofane, la fantasia creativa e corrosiva della satira ha dato linfa e senso alla democrazia abituando i cittadini all'esercizio della libertà di parola e a una visione "laterale", che riesca a illuminare con nuova luce le "versioni ufficiali". Gli statunitensi hanno capito e applicano la lezione della democrazia ateniese, noi ci accaniamo al massimo su Wanna Marchi. L'America non ci sente. Ma siamo soprattutto noi a non sentire l'America.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

sì... ma da Letterman c'è già stato, almeno un paio di volte mi pare, e anche da Ellen ecc...

Giulio Lo Iacono ha detto...

Sì ma prima che diventasse Presidente...