
A volte, per capire meglio la cronaca, occorre rivolgersi alla letteratura.
"Allora nemmeno la confessione dell'imputato ha valore?"
"C'è gente che si accusa d'un delitto che non ha commesso, per costrizione, per amor materno, per cavalleria, per allucinazione, per un falso senso del dovere, per un pervertito egoismo, per pura vanità, o per cento altri motivi. La confessione è una delle prove più incerte e più traditrici: tanto è vero che la legge stessa la ripudia, a meno che essa non sia corroborata da altre prove evidenti".
"La strana morte del signor Benson", S.S. Van Dine, Gialli Mondadori, 1929, Milano.
Forse dovremmo regalare qualche Giallo Mondadori alla Questura di Roma.
2 commenti:
Sarà per questo - per il fatto che ormai la letteratura è diventata quasi una scienza occulta - che "la ggente" quello che c'è dietro la cronaca non lo capisce più? Anzi, che non capisce più niente?
Aggiungiamo che certe volte i criminologi sembrano i criminali...
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