domenica 14 febbraio 2010

Zelig: non chiamiamola satira


La foto con Di Pietro e Contrada. Di Pietro che, subito dopo, approva per acclamazione la candidatura in Campania del plurinquisito De Luca. Le lotte intestine del Vaticano e i miasmi del caso Boffo. La protezione incivile di Bertolaso. In questo periodo gira decisamente troppa merda nei ventilatori, così l’altra sera mollo senza rimpianti Ballarò e mi guardo Zelig.

Tivù fatta bene, all’antica, carrellata di monologhisti più o meno bravi, più o meno giovani (il migliore per me è Maurizio Lastrico con la sua Divina Commedia calata nella modernità). La serata scorre leggera, riuscendo a strappare persino qualche sorriso. Alla fine però mi resta una sensazione strana, come di aver assistito a qualcosa di surgelato: a parte sporadiche uscite di Enrico Bertolino, non c’era nessun riferimento all’attualità.

Faccio qualche verifica, in realtà Zelig viene registrato solo alcuni giorni prima della messa in onda. Non riferirsi all’attualità è quindi una scelta editoriale. Le battute, gli sketch e i calembour si concentrano su un repertorio di situazioni privatistico-condominiali, a metà tra la Settimana Enigmistica e le innocue barzellette anni ’60: la suocera, il vigile, l’automobile, le nozze, al massimo l’amante.


Scelta saggia per gli autori, che consente loro di rinverdire i fasti del cabaret meneghino, senza disturbare il manovratore, che poi è l’editore, che poi è il Presidente del Consiglio: subliminale camaleontismo di Gino & Michele, storici ideatori del programma, che omaggiano così lo Zelig trasformista di Woody Allen. Scelta popolare per il pubblico, che si gode una serata scacciapensieri, abituandosi utilmente a ridere senza pensare. Scelta insipida per me, che rimpiango con nostalgia i tempi di Avanzi. Quando la tv ci trattava da adulti e la satira non era stemperata in uno sterile umorismo.

3 commenti:

Paperink ha detto...

E pensare che c'è che chi sostiene che anche Zelig sia una carrellata di comici comunisti antigovernativi! Parlo perchè ho ascoltato di questi commenti! C'è chi, dopo aver visto le prime puntate con le battute di Gene Gnocchi e Bertolino, ha deciso che quest'anno Zelig non si può guardare perchè troppo politicizzato! Sostengono sia meglio la demenzialità degli sketch di Colorado, infatti i finti tele tubbies di certo non parleranno mai di Mr. B.
Questa è la tv, questo è il pubblico, questa è l'italia (e la "i" minuscola non è un errore!).
Io continuo a guardare Zelig perchè mi piace, lo trovo ben gestito da un Bisio sempre in formissima e che riesce a far da spalla ai comici i più diversi, rimanendo ovviamente sempre in attesa di un gran ritorno del meraviglioso team di Avanzi-Tunnel-Ottavo Nano.
Faccio un appello a Serena Dandini: Parla con Me è fantastico, ma ci mancano i Guzzanti, Marcorè, la Leone e tutti i bravissimi comici che calcavano le scene anni fa! Nostalgia? Forse...

Giulio Lo Iacono ha detto...

Se mai ce ne fosse ancora bisogno, le sconclusionate opinioni che hai sentito in giro sono l'ennesima dimostrazione del fatto che stiamo andando incontro a una Caporetto etica ed estetica. Una catastrofe che, però, affrontiamo con una certa allegria: una risata ci seppellirà? Forse. Abbiamo il Joker, ma all'orizzonte non vedo nessun Batman.

Scomunicando ha detto...

Non ho la televisione, quindi sorry:-) E' solo per dirti, ben tornato!