domenica 23 gennaio 2011

Favole per adulti

C’era una volta un pifferaio magico che riusciva a incantare enormi masse di persone, conducendole nella sua casa di marzapane. I fortunati che varcavano la soglia di quel meraviglioso castello rimanevano prigionieri di un incantesimo: ai loro occhi, il pifferaio diventava per sempre il loro padrone. Le donne più belle gli concedevano le loro grazie, mentre altre donne, meno aggraziate, e tutti gli uomini diventavano suoi cortigiani, rinunciando al ben dell’intelletto pur di compiacerlo e declamando con voce stentorea sol quel che lui desiderava ascoltare.

La magia non si arrestava alla sola magione stregata del pifferaio: presto si estese alle aree immediatamente circostanti, poi ai granducati confinanti, fino a imprigionare l’intero Paese, che divenne così il Paese delle meraviglie. I significati venivano svuotati, i dizionari e i libri bruciati e i nomi non erano più associati alle cose, che venivano ribattezzate solo per assecondare i desideri del pifferaio. Persino i concetti astratti e i nomi collettivi, come libertà, giustizia e popolo slittavano sempre più lontani dal loro significato originario, fino a sganciarsi completamente e vivere di vita propria.

La tesi del Re era che qualunque cosa avesse una testa poteva essere decapitata”; così avvenne per alcuni, che servisse di esempio ai tanti. Tanti, poi, caddero nei tranelli tesi dal pifferaio nel Bosco dei Cento Acri: alcuni addentarono la mela avvelenata, che pure appariva bellissima e lucente; altri si fecero ingannare dai ladroni e dai lupi, travestiti da religiosi, che offrivano la lampada magica; gli onestuomini venivano imbrogliati e corrotti dai gatti e dalle volpi, sguinzagliati ovunque; quasi tutti caddero in un sonno profondo, lungo molti anni, pericolosamente addormentati nel bosco.


Nessuno ascoltava i pochi coraggiosi rimasti svegli: a furia di gridare “Al lupo! Al lupo!” non avevano più fiato in gola per svegliare i dormienti. Né si riusciva a trovare un bambino con la necessaria innocenza per gridare al popolo: “Il re è nudo!”. Nel frattempo, le sembianze del pifferaio si stavano modificando: sempre più vecchio e grasso, si trasformò dapprima in un porcello, che gozzovigliava coi suoi compari, poi in un ringhioso caimano, poi in un enorme biscione, infine in un gigantesco drago che divorava le vergini, come recitava una buona profezia, rimasta inascoltata alcuni anni addietro.


La corruzione morale e materiale dilagava: le donne si vendevano per una scarpina di cristallo, gli uomini per un posto a corte, dove alloggiavano stabilmente putti, puttane e puttanieri. Le notti si organizzavano orge dionisiache a pagamento, i giorni trascorrevano modificando le leggi del principato apposta per rendere sempre più invincibile il drago, mentre lui continuava a fiammeggiare, incenerendo tutto ciò che incontrava.


Le carrozze dorate stavano tornando inerti zucche, il castello di marzapane si era trasformato in un luogo sinistro, un antro infernale, la dimora del mostro, mentre tutto intorno si stava incendiando e il drago si nascondeva nel denso fumo, nero e tossico, da lui stesso creato. Qualcuno nel bosco si svegliò, tanto era forte l’odore di bruciato, ma era troppo tardi: non avevano pensato a seminare le molliche di pane e nessuno sapeva come uscire da quel bosco maledetto.

7 commenti:

ileeli ha detto...

BELLISSIMA FAVOLA GIULIO, COMPLIMENTI........ mannaggia a ste cacchio di mollichine di pane, però! ;-)

Giulio Lo Iacono ha detto...

Altro che mollichine, ci vorrebbe una bussola, robusta e condivisa da tutti, per orientarsi in questa Italia che, come scrive oggi il New York Times, non sa più distinguere tra realtà e reality...

Piperita Patty ha detto...

Bellissima!
Qui nel bosco oscuro ho un po'paura...

Unknown ha detto...

amara ba bellissima... che tristezza, ma quel che mi chiedo è: nessuno l'ha votato a sentire la gente, allora da dove sbucarono i voti? E chi come me lavora molto con gli stranieri si vede derisa e si sente chiedere: ma come è possibile? La tua fiaba l'ha reso possibile.... ah i soldi i soldi...

Giulio Lo Iacono ha detto...

@piperita patty
@jenny
Forse, come per tutte le fiabe che si rispettino, dovremmo provare a immaginare un possibile lieto fine...

magnifici4 ha detto...

ma è ancora possibile un lieto fine? sicuramente dobbiamo provarci. Ma il degrado morale e culturale a cui siamo arrivati è veramente avanzato

Anonimo ha detto...

Complimenti! Proprio una bella favola... ma qual è il titolo? "Noemi e Ruby nel paese del bunga bunga"???