domenica 21 giugno 2009

I vestiti dell'imperatore

Dalle toghe rosse alle luci rosse. Dal magnate al magnaccia. Il nostro boccaccesco Presidente del Consiglio non ci fa mancare nulla in questa lunga estate calda. Apprendiamo che persino durante la storica notte elettorale in cui venne eletto Barack Obama, il capo del Governo italiano si dedicava ad altri tipi di spogli. L’aria che tira è strana, più strana del solito. Il fedele Giuliano Ferrara fa la mossa del cavallo e stigmatizza il comportamento del Berlusca in un editoriale intitolato “Un premier non si difende così”. Il Corriere della Sera ha aperto il secondo filone dell’inchiesta, dopo Repubblica. L’Avvenire, quotidiano dei vescovi, chiede chiarezza.

La barca, anzi lo yacht, sta affondando? La democrazia verrà salvata da qualche Putain de la République? Siamo al coitus interruptus? Nel frattempo, i marescialli dell’informazione tv continuano a puntellare il regime: coprendosi di ridicolo, quasi tutti i tg nascondono la notizia. Ma fino a quando potrà durare il loro gioco? Difendono il loro stipendiuccio, la loro poltroncina ma perdono la faccia. Se mai ne hanno avuta una.

Il giochino mediatico di accusare l’accusatore (stavolta è D’Alema) comincia a mostrare la corda. Se dovesse venir fuori il filmato decisivo, sarebbe difficile negare l’evidenza. Avremmo così il felice paradosso di un tycoon dei media, arrivato al potere grazie ad un controllo minuzioso dell’immagine, fatto fuori dalla camera poco candid di un cellulare. Chi di video ferisce, di video perisce.

A questo punto, non resta che iscriverci al gruppo di Facebook “Che altro deve fare Berlusconi per farti cambiare idea, trombarsi tua nonna?”. Si concluderebbe così, tra lenzuola e ricatti, la transizione italiana dal CAF al Cav. Dalla Camera dei Deputati alla camera da letto. Un’orgia di potere festeggiata con spirito dionisiaco, un delirio narcisistico, un’allucinazione catodica fascistoide, utile a verificare, una volta di più, la mediocrità della nostra classe dirigente: politicanti, manager e giornalisti hanno fatto a gara nel mostrarsi proni al potere, qualunque potere, anche il più clownesco e impresentabile.

Concludiamo riportando, tratta da Wikipedia, la sintesi della fiaba danese di Hans Christian Andersen “I vestiti nuovi dell’imperatore”:

La fiaba parla di un imperatore vanitoso, completamente dedito alla cura del suo aspetto esteriore, e in particolare del suo abbigliamento. Alcuni imbroglioni giunti in città spargono la voce di essere tessitori e di avere a disposizione un nuovo e formidabile tessuto, sottile, leggero e meraviglioso, con la peculiarità di risultare invisibile agli stolti e agli indegni.
I cortigiani inviati dal re non riescono a vederlo; ma per non essere giudicati male, riferiscono all'imperatore lodando la magnificenza del tessuto. L'imperatore, convinto, si fa preparare dagli imbroglioni un abito. Quando questo gli viene consegnato, però, l'imperatore si rende conto di non essere neppure lui in grado di vedere alcunché; come i suoi cortigiani prima di lui, anch'egli decide di fingere e di mostrarsi estasiato per il lavoro dei tessitori.
Col nuovo vestito sfila per le vie della città di fronte a una folla di cittadini che applaudono e lodano a gran voce l'eleganza del sovrano. L'incantesimo è spezzato da un bimbo che, sgranando gli occhi, grida: "ma non ha niente addosso!"; da questa frase deriverà la famosa frase fatta

« Il re è nudo! »

Prima di oggi, pensavamo che l’esclamazione fosse soltanto una metafora.

1 commento:

Danx ha detto...

Chi di video ferisce, di video perisce.