venerdì 10 aprile 2009

Banale 5, il grande fratello e il terremoto

“Chi vuoi che resti nella casa?” La scritta in sovrimpressione resiste beffarda per diversi minuti sul teleschermo, mentre abbiamo negli occhi la tragedia abruzzese che ha tolto il tetto e il sonno a decine di migliaia di persone.

L’altra sera, a 48 ore di distanza dal terremoto, va in onda il Grande Fratello su Banale 5. The show must go on, mentre si scava alla ricerca di qualche sopravvissuto. Infatti vanno avanti per ore con discussioni surreali: Tizio ha litigato con Caio perché voleva farsi Sempronia, o cose del genere.

Il cosiddetto reality, già deprimente nella vita di tutti i giorni, quando irrompe la realtà appare ancora più insopportabile e differito, nella sua autoreferenzialità lunare.

Sei milioni di persone, che l’altra sera hanno seguito lo show, evidentemente non la pensano così. A pensarci bene, questa televisione è utile. Offre infatti una misura esatta come un sismografo: in Italia ci sono (almeno) sei milioni di coglioni. Occorre tenerne conto. E’ un censimento accurato, e si rinnova tutte le sere.

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