mercoledì 29 aprile 2009

Il sipario strappato

Canale 5 fa fare i bagagli al Bagaglino, causa esiguità di audience. In altri tempi, la notizia ci avrebbe rallegrato: avremmo letto la cancellazione come logica conseguenza della saturazione di un pubblico maturo, finalmente stufo dei doppi sensi triviali e delle battute pecorecce offerte da Pingitore & soci.

Non è così, per due motivi. Intanto perché, come osserva Michele Serra, il concorrente varietà vincente della Rai, fatto di bambini che cantano, è un modello talmente vecchio che farebbe sembrare “Nilla Pizzi un artista punk”. Il servizio pubblico, quindi, “vince in retromarcia”.

In secondo luogo, le corna, le barzellette e le belle donne, già patrimonio esclusivo del Salone Margherita, sono stati sdoganati, approdando in vertici internazionali, consigli dei ministri, conferenze stampa e consultazioni elettorali.

Il Bagaglino aveva una sua forza espressiva, anche se per spettatori di bocca buona, quando, in anni lontani, la politica conservava un minimo di decoro istituzionale, una compostezza almeno formale e un ossequio, se non alle regole, almeno al galateo della democrazia. Uno sberleffo innocuamente irriguardoso di Pippo Franco nei confronti di un onorevole provocava generale stupore e, quindi, interesse.

Vedere una tettona al fianco di Andreotti era discontinuità, deviazione dalla norma, scandalo. Oggi, vedere una tettona al fianco di Berlusconi potrebbe sembrare una normale sessione delle primarie del PDL per le europee.

L’originale ha superato la sua parodia, che inevitabilmente negli anni si è ingiallita fino a sbiadire del tutto. Ma quelli del Bagaglino ci avevano visto giusto: come nani sulle spalle dei giganti, ci indicarono con grande anticipo il percorso culturale che il Paese avrebbe subito. Lo capirono in pochi. Ecco perché oggi il Bagaglino, con la sua scomparsa, celebra la sua più autentica vittoria.

3 commenti:

Danx ha detto...

E' la chiara dimostrazione che i politici non contano un cazzo.
Uno vale l'altro, anzi uno vale una velina, perchè tanto prendono gli ordini da chi sta molto più in alto ed è mooolto meno visibile...fidati!

Il Gattopuzzo ha detto...

Bello questo post, Giulio. Hai letto le cosmicomiche di Calvino? La più bella secondo me è "I dinosauri", in cui la metafora dell'estinzione serve a mostrare come tutto ciò che i dinosauri rappresentavano si sia distillato, era dopo era, in un etere sottile che è filtrato nelle altre creature fino a informarne i più reconditi pensieri, a penetrare nella matrice del loro carattere. E così i dinosauri, proprio perché ormai privi della loro poderosa fisicità, non sono morti, e anzi tutte le creature sono diventate inconsapevolmente dinosauri, quando ogni loro memoria si era persa. E' un ragionamento che in passato ho applicato alla DC, che secondo me si è dissolta non sotto il peso degli scandali, ma perché aveva esaurito la propria missione storica, riuscendo a rendere democristiani tutti gli italiani; e infatti troviamo democristiani in tutti gli schieramenti, tanto che quelle poche volte che il centro-sinistra ha vinto lo ha fatto mettendo al centro dell'attacco un andreottiano come Prodi. Come dire che la DC (quella peggiore), secondo molti morta, in realtà adesso vince sempre, chiunque governi. Tu applichi lo stesso ragionamento al Bagaglino, e non fa una piega. Del resto, ti sei inserito nel solco di Calvino, che non era esattamente l'ultimo arrivato. Complimenti!

Giulio Lo Iacono ha detto...

Grazie. Ti riporto un'interessante nota di vittorio zucconi:
"Suggerisco, come chiave di interpretazione delle parole che sentiremo scorrere, questo dialogo fra Alice e la Regina Rossa, nel meraviglioso “Attraverso lo specchio” di Lewis Carrol:
— Ma nel nostro paese, — disse Alice, che ancora ansava un poco, — generalmente si arriva altrove… dopo che si è corso tanto tempo come abbiamo fatto noi.
— Che razza di paese! — disse la Regina - Qui invece, per quanto si possa correre si rimane sempre allo stesso punto. Se si vuole andare in qualche altra parte, si deve correre almeno con una velocità doppia della nostra.
L’Italia è Alice. Ha ormai attraversato lo specchio e le parole significano soltanto, come dice il Cappellaio Matto, quello che il Cappellaio Matto vuole che significhino. Se si accetta di vivere nel regno delle meraviglie, tutto si spiega, e niente si spiega. E sul regno dell’assurdo e del nonsense si stende rassicurante il sorriso dello Stregatto. Lasciate perdere editoriali, blog, talk show, saggi. Per capire l’Italia del 2009si deve leggere Lewis Carrol."