mercoledì 1 aprile 2009

Tutti a casa!

Nell’universo semiotico berlusconiano, la casa ha sempre giocato un ruolo di primo piano: il focolare domestico come avamposto rispetto alla sinistra delle piazze, un rassicurante perimetro di diritto privato che si contrappone alle incertezze di una società aperta.

Prima della “discesa in campo”, la casa ha rappresentato negli anni '80 il luogo privilegiato per la fruizione della televisione commerciale, un approdo sicuro rispetto all’aleatorietà del mondo esterno e dei convulsi Seventies (“Corri a casa in tutta fretta, c’è un biscione che ti aspetta” era lo slogan del nascente network, sull'onda del riflusso). Ancora prima, la casa ha rappresentato, non solo sul piano simbolico, la quintessenza del potere berlusconiano, che infatti nasce ab ovo come costruttore: all’inizio Canale 5 si chiamava Telemilano 58, ed era la tv via cavo di Milano 2.

Negli anni in cui la Standa fu di proprietà di Berlusconi, un martellante slogan pubblicitario fece diventare quei grandi magazzini “La casa degli italiani”. Una delle invenzioni politiche di Berlusconi fu la “Casa delle libertà”, poi egregiamente satireggiata da Corrado Guzzanti ("facciamo un po' come cazzo ci pare"). Persino l’associazione consumerista più vicina al premier è stata battezzata “Casa del consumatore”. Per non parlare della famigerata "casa" del Grande Fratello e delle tante case possedute dal premier nei luoghi più favolosi, spesso presenti nelle cronache politiche e mondane.

Mirabile fu il recupero di consenso durante un dibattito elettorale con Romano Prodi, quando il Berlusca tirò fuori l’asso dalla manica: l’abolizione dell’ICI. L’italiano, si sa, tiene famiglia e apprezza. Fino ad arrivare ai giorni nostri quando, dopo qualche bel condono edilizio, l’esecutivo discute il famigerato piano casa e connesso aumento delle cubature.

Una chiave vincente per farsi aprire le porte dalle tante casalinghe di Voghera, accattivandosi le simpatie di un popolo mammone, che in larga misura possiede abitazioni di proprietà, attento da secoli al particulare più che al bene pubblico. Una strategia geniale e vincente, per molti calda e consolatoria, che ha portato numerosi connazionali a considerare Berlusconi uno di casa.

"Dove c'è Berlusconi c'è casa":
http://azionecatodica.blogspot.com/2008/11/dove-c-berlusconi-c-casa.html

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