martedì 14 aprile 2009

Quel che resta del giorno

Non è un Paese per giornalisti. La casta dei politici nostrana, sempre più biliosa e arrogante, non sopporta le critiche, anche quando fondate. L’assurda, ennesima contestazione di Santoro da parte del Presidente del Consiglio conferma che la libertà di espressione corre forti rischi nel nostro Paese.

Se nella trasmissione "Anno Zero" dedicata al terremoto in Abruzzo sono stati riportati dei fatti falsi, questi devono essere denunciati in modo circostanziato. Una volta fatte le opportune verifiche, si potrà eventualmente procedere con una sanzione. Ma se la censura riguarda un’opinione, questo diventa inaccettabile in una democrazia.

Nel corso della trasmissione di giovedì 9 aprile, nessuno ha sottovalutato l’enorme sforzo in corso da parte della Protezione Civile e dei volontari per soccorrere le popolazioni abruzzesi.

Tuttavia alcune domande bisogna porsele:
1. Perché di fronte a un’emergenza che, se non prevedibile, era almeno possibile (le scosse si susseguivano da 4 mesi), la Protezione Civile non ha controllato prima la sicurezza di alcuni edifici strategici come prefettura e ospedale, entrambi crollati?
2. Perché non è mai stata fatta un’esercitazione tra la popolazione?
3. Perché non c’era un’unità di crisi insediata (il prefetto era addirittura vacante ed è stato nominato dal governo dopo il sisma)?

Queste e molte altre mi sembrano domande legittime, anzi doverose per un servizio pubblico che intenda svolgere correttamente un ruolo di controllo democratico di chi detiene il potere, nell’interesse dei cittadini.

Se invece la pubblica televisione deve essere soltanto un megafono, senza poter accendere le luci su nessuna voce critica rispetto alla verità ufficiale, alle lacrime e al Presidente pompiere, possiamo anche farlo.


L’importante è essere consapevoli che, se viene chiuso d'imperio un giornale settimanale che ha dai 4 ai 5 milioni di spettatori, stiamo di fatto sospendendo momentaneamente la democrazia (per ragioni dipendenti dalla nostra volontà).

Questo terremoto, oltre a tutte le vite che ha spezzato, fisicamente e metaforicamente, rischia di spazzare via uno dei pochi spazi informativi ancora non presidiati né da Berlusconi né dal Pd. Rischia di oscurare, stavolta definitivamente, quel che resta del giorno.

4 commenti:

Danx ha detto...

Ottimo articolo!
I nani e puttane del governo guarda caso sanno solo attaccare senza mostrare dati e fatti certi, infatti non denunciano Santoro e se lo fanno Santoro vince:)

Giulio Lo Iacono ha detto...

«Fra trent’anni l’Italia sarà non come l’avranno fatta i governi, ma come l’avrà fatta la televisione.» (Ennio Flaiano, 1967).
Fu profetico. La sola cosa che non poteva immaginare era che, un giorno, le due cose avrebbero coinciso.

Danx ha detto...

Forse voleva dire che fra trent'anni non ci sarà alcun governo come lo si intendeva all'epoca, ma la televisione al posto del governo.
Purtroppo in democrazia domina la massa e la massa cosa fa? Guarda la tv che è un MASS media.
La massa cosa fa? Usa l'auto e io che uso la bici subisco.
La massa cosa fa? Va al supermercato. E il negozio sotto casa mia chiude.
La massa cosa fa? Ascolta musica di merda. Cosi quando sono in giro sento dalle autoradio musica di merda, idem nei supermercati, in bar, in spiaggia e cosi via.
Eh si, io ODIO la democrazia.

Giulio Lo Iacono ha detto...

Diceva Pascal: "Chi non sa rendere forte ciò che è giusto, rende giusto ciò che è forte"