venerdì 8 maggio 2009

G8 ½

Quando si parla di immobilismo in Italia, molti pensano che si tratti di un'astrazione. Ecco come si può riassumere rapidamente, in tre istantanee.

  • 1994, G8 di Napoli: c'erano Clinton, Major, Mitterrand, Kohl, Eltsin, il canadese Chrétien, il giapponese Murayama e Berlusconi.

  • 2001, G8 di Genova: c'erano Bush, Blair, Chirac, Schröder, Putin, Chrétien, Koizumi e Berlusconi.

  • 2009, al G8 che si terrà a luglio all'Aquila ci saranno: Obama, Brown, Sarkozy, Merkel, Harper, Aso. E Berlusconi.

Negli altri Paesi c'è un naturale ricambio politico, generazionale, culturale, di genere (la cancelliera donna) e di razza (il presidente afroamericano). In Italia resiste sempre la stessa, eterna maschera: come un pagliaccio che, per restare in scena, ricorre a dosi sempre più massicce di trucco.

Ma nessun cerone, nessun elisir e nessun fotoritocco potranno nascondere la verità: il Paese è governato da un vecchio. I tacchi da Minni che si ostina ad indossare non eleveranno la sua statura. Il suo volersi presentare come "uomo della strada", animale non politico, non ci farà dimenticare che è un miliardario al potere da 15 anni.

Nel nostro Paese il tempo si è fermato. Ci raccontano favole, storie, balle di tutti i tipi. Come ai tempi in cui le reti Fininvest non avevano la diretta: viviamo un eterno presente. Tutto sembra registrato, filtrato, passato al setaccio. I rari momenti di verità che irrompono sulla scena, come è successo per Veronica, vengono prontamente anestetizzati, frullati, neutralizzati per non svegliare le coscienze di nessuno. La mafia non esiste, la corruzione non esiste, la guerra non esiste, gli scandali non esistono: la colpa è dei giudici e dei giornali, ovvero i soli poteri che il Joker della Brianza non è in grado di controllare completamente.

Un eterno presente, senza passato e senza futuro. Come la commedia dell'arte, come il circo, come un numero di magia. Prima o poi l'incantesimo si romperà. Dopo tutti questi anni, potrebbe essere una nuova liberazione. Ma potrebbe essere anche molto, molto doloroso.

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