mercoledì 6 maggio 2009

Ubi minor maior cessat

Era dai gloriosi tempi della presidenza Clinton che un intero Paese non si appassionava tanto alle tormentate vicende di un pisello presidenziale. La differenza, non da poco, è che Clinton non fece la Lewinsky ministro, tantomeno la inserì nelle liste elettorali. Tocca adesso a quest’Italia da basso impero dare dignità di tema politico al basso ventre.

Secondo un sondaggio di Repubblica, il Cavaliere tiene: il 66% non modifica l'opinione, solo il 20 ha meno fiducia. La mignottocrazia piace agli italiani, che sembrano giudicare il machismo tamarro dell’imprenditore con la stanca benevolenza di chi, nel corso dei secoli, ne ha viste tante.

Il patetico atteggiarsi di Berlusconi a vecchio gagà, a 72 anni suonati, sarebbe già normalmente malinconico per un signore della sua età (e mi auguro di non diventare mai così). Diventa irriguardoso e inappropriato se quel signore è anche Presidente del Consiglio. Diventa ripugnante e inaccettabile se quelle storie pecorecce, da Lando Buzzanca della Brianza, riguardano non solo la sua vita privata ma entrano nella vita istituzionale.

L’opinione pubblica, evocata da Habermas come condizione necessaria per una sfera sociale matura, sembra il fantasma di Canterville. Le associazioni di cittadini non esistono, le poche esistenti non hanno voce e si aggrappano a battaglie di nicchia: ci si scandalizza, si sciopera, si manifesta per una pubblicità ingannevole, una bolletta non chiara o una pala eolica, senza denunciare il clima complessivo schifoso di questi anni.

Il ruolo puramente esornativo della figura femminile nella società, in politica, in tv, il suo avvilente svilimento, sembrano non interessare più nessuno, per prime proprio le donne. Non ho sentito una sola associazione di donne (ne esistono ancora?) alzare seriamente la voce. Al contrario, conosco numerose donne che anziché discutere, leggere, protestare per la propria dignità, come la situazione richiederebbe, continuano a lavorare, andare in palestra o dall’estetista o dal chirurgo plastico, come se nulla fosse.

Va detto che il tragicomico regime del papi, sorretto dal Cialis e dal Viagra, si fonda anche sulle teste vuote e sulle chiappe sode di tante connazionali rassegnate o inconsapevoli. O forse consapevoli, ma in attesa del prossimo
casting.

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