
domenica 30 novembre 2008
Il Paese reality

sabato 29 novembre 2008
Il pungiglione retrattile

Giovedì scorso, Roma, piazza Capranica, tavola rotonda organizzata dall'Unione Nazionale Consumatori. Modera il conduttore di "Porta a Porta"; presenti, tra gli altri, i Presidenti delle Autorità Antitrust, Energia e Telecomunicazioni.
Questioni pertinenti, toni ficcanti, addirittura la seconda domanda quando l'interlocutore cercava di svicolare. Il Vespone semprava un anchorman americano, di quelli aggressivi.
Regolamento di conti? Allucinazione? Corto circuito spazio-temporale?
In realtà Vespa saprebbe fare il suo mestiere egregiamente. Se volesse.
Solo che in tv si trasforma magicamente da giornalista a scendiletto. I toni si fanno soft, le domande evaporano nell'etere, gli ospiti politici sprofondano nelle loro comode poltrone bianche. Quando non si accomodano davanti alle scrivanie di ciliegio.
Forte coi deboli e debole coi forti, il Vespone catodico diventa il ciambellano del conformismo informativo, il cerimoniere del rumore di fondo cui è ridotta la comunicazione in questo Paese.
Una Vespa senza veleno, che non punge, svolazzando attorno ai suoi ospiti. Come un qualsiasi insetto molesto.
venerdì 28 novembre 2008
Non perdiamola di vista

Ci fanno attendere circa un’ora all’ingresso di Cinecittà. La magia di trovarsi vicino allo studio 5, quello prediletto da Fellini, viene infranta dalle scritte sui cancelli, tutte inneggianti a Maria De Filippi.
La scenografia di Emanuela Trixie Zitkowsky è molto post-industriale, molto Raitre.
Il titolo che avrebbe dovuto avere il programma originariamente, “Brutti, sporchi e cattivi”, avrebbe reso meglio la filosofia di questo varietà. Invece hanno scelto un titolo anonimo, uno di quelli che evocano il contrario di quanto affermano esplicitamente: “Non perdiamoci di vista”.
Per peggiorare la situazione, il titolo viene poi espresso con l’acronimo NPDV. Una specie di codice fiscale che, oltre a compromettere l’intelligibilità, non è originale: già il talk di Piroso su la7 era denominato NDP, che stava in quel caso per “Niente di personale”.
L’aria che si respira è quella informale di una prova generale, anche quando comincia la diretta. La Cortellesi è strepitosa: canta dal vivo con leggera padronanza (elogiata per questo dalla stessa Mina), si cambia d’abito, recita, duetta con Jovanotti e Flavio Insinna. Tutto con grande naturalezza, da vero “one-woman-show”.
Solo gli sketch con le imitazioni (strepitosa la Gelmini-cyborg) sono registrati, per evidenti motivi legati al trucco. Per il resto, corre da una parte all’altra del teatro con incredibile energia. Ai confini dell’ansiogenia.
I comici funzionano meglio nelle nicchie di programmi più ampi (Crozza a Ballarò, Littizzetto da Fazio), ma la Cortellesi non è “solo” una comica. E’ una vera show-girl, una specie di versione moderna di Delia Scala e Franca Valeri, con voce intensa e intonazione impeccabile quando canta. Scusate se è poco.
Il programma però è imperfetto, in questo simile a quello di Crozza su la7: troppo lungo e diluito, risente di un’impostazione ibrida a metà tra il varietà classico e la satira Dandini-style. Con la differenza che il povero Francesco Mandelli non è una spalla su cui poggiarsi. Anzi, non è.
Una scarsa definizione dell’insieme, unitamente a una collocazione nel palinsesto suicida (vedi post di sabato 8 novembre), ha contribuito a rendere questo programma una specie di “oggetto non identificato” per i telespettatori.
Unica consolazione: Paola ha avuto un’occasione di più per mostrare agli addetti ai lavori il suo talento e le sue potenzialità. Sempre che trovi qualcuno che sappia valorizzarle. Noi la vedremmo bene con Fiorello. In ogni caso, non perdiamola di vista.
giovedì 27 novembre 2008
Dove c'è Berlusconi c'è casa

Negli anni ‘80 la competizione tra i marchi di pasta era sulle caratteristiche di prodotto: Buitoni prendeva meglio il sugo, Barilla era sempre al dente. Situazione di stallo.
Poi Barilla ha lo scarto, il pensiero laterale vincente:
Pasta = Casa
Barilla = Pasta
Barilla = Casa
Nasce così il fortunato posizionamento “Dove c’è Barilla c’è casa”, che va oltre e sbaraglia la concorrenza.
Dietro la nascita di Forza Italia, e lo diciamo stavolta con ammirazione, c’è un’analogo, complesso procedimento semiologico. Proviamo per gioco a ricostruirlo.
Individuo = Libertà
Forza Italia = Individuo
Forza Italia = Libertà
Nasce così il presidio di un’intera area valoriale, quella appunto della libertà, che anziché essere patrimonio di tutti diventa “il” vantaggio competitivo di una parte contro l’altra. Un elemento identitario centrale per una realtà politica nella quale oltretutto l’individuo è centrale e il leader è sempre stato un singolo individuo. E così via, di sondaggio in sondaggio.
Una strategia politica concepita in modo così intelligente, sorretta da una robusta impalcatura mediatica, ha avuto e avrà sempre la meglio su un centrosinistra comunicato in modo discontinuo, nel quale gli spazi valoriali non sono altrettanto sapientemente abbinati alla marca-partito.
Anzi, tra i conservatori italiani il partito non si chiama neanche più così. Forza Italia, Alleanza Nazionale, Lega e oggi il Popolo della Libertà sono tutte formazioni che hanno eliminato la denominazione di “partito”. Al contrario dell’attuale Partito Democratico. Anche questo conta.
Cerchiamo qui di astenerci da giudizi di valore, facendo per quanto possibile un’analisi tecnica di comunicazione. Il centrodestra ha dimostrato in questi anni una capacità mitopoietica nella creazione di un simbolo, nel senso di un segno associato a un significato. L’etimologia di “simbolo” viene dal greco syn ballein, “riunire insieme”.
Il contrario di “diavolo”, la cui etimologia greca ci riconduce al significato di “colui che divide”. In questo senso, la cosiddetta demonizzazione di Berlusconi ha un senso, in quanto Berlusconi è stato effettivamente il diavolo.
Nel senso che è riuscito a separare, nel centrosinistra, il segno e il significato, facendo perdere i tratti identitari più caratteristici dello schieramento a lui avverso. Così come è riuscito a fare con la Rai.
Cantava De Gregori:
Finché il centro sinistra (e anche la Rai) continueranno a pensare come una locomotiva, senza avere lo scarto del bufalo, continueremo a tenerci Silvio Bellicapelli.
mercoledì 26 novembre 2008
Cultura popolare

martedì 25 novembre 2008
Nostalgia canaglia

La loro origine non è del tutto chiara ma l'ipotesi più probabile è che si tratti di fiammelle derivate dalla combustione del metano e del fosfano dovuta alla decomposizione di resti organici.
lunedì 24 novembre 2008
Il dito e la luna

domenica 23 novembre 2008
Miserie e nobiltà

sabato 22 novembre 2008
Scacco a La Torre

venerdì 21 novembre 2008
Una poltrona per due

Siamo venuti in possesso del nuovo palinsesto Rai, che tiene conto delle tragicomiche vicende di Palazzo San Macuto.
Ore 8,00 – Una poltrona per due
Ore 10,00 – Dimissione impossibile
Ore 12,00 – Linea verde
In diretta da Castrovillari
Ore 14,00 – C’è posto per te
Ore 16,00 - …E non se ne vogliono andare
Replica
Ore 18,00 – Chi l’ha visto?
In questa puntata si indaga sulla scomparsa del PD
Ore 20,00 – Riport
Dedicato alla capigliatura di Villari (che ricorda quella di Mastella)
Ore 22,00 – Non si uccidono così anche i cavalli
Dedicato al cavallo di Viale Mazzini
Ore 24,00 – Orlando furioso
Poema (poco) cavalleresco
L’austero segnale orario Rai verrà sostituito da un più allegro “cucù”.
giovedì 20 novembre 2008
La terzietà della terza età

Il mercato delle vacche della politica italiana negli ultimi decenni non ha consentito il formarsi di una classe dirigente autorevole e indipendente. I politici non incanutiti dall’esperienza sono tutti venduti, comprati, gregari, lacchè oppure figli, nipoti e amanti; nessuno si fida più dell’altro, l’immobilità sociale ha portato sclerotizzazione del sistema e autoreferenzialità.
L’unica, residua garanzia di terzietà è data dalla terza età: l’indipendenza è certificata dalla carta di identità e da una vita condotta rettamente. Così ci ritroviamo Napoletano a 83 anni, Zavoli a 85; Ciampi ha lasciato a 86 anni, Prodi a 69. Lo stesso Silvio Bellicapelli ha 72 anni, ma lui ha gli elisir di lunga vita. Già due anni fa, la fiducia al governo Prodi fu scandita da eleganti polemiche del solito Gasparri (eccole, le nuove generazioni!) sul voto degli anziani senatori a vita.
Ennesima anomalia italiana: Obama ha 47 anni, Sarkozy 53, Brown 56, Zapatero 48, Merkel 54. I nostri grandi vecchi, e anche quelli meno grandi, continuano a calcare scene e a occupare spazi. Non solo in politica. Come al solito, la televisione è specchio di quest’Italietta che somiglia sempre più a Villa Arzilla.
Quando va bene, i programmi tv giocano sul filo della nostalgia e delle citazioni. Per il resto, a parte la replica intenzionale di trasmissioni d’archivio (spesso bellissime), troviamo in onda idee riciclate, format consunti, conduttori incartapecoriti. Qualche tempo fa, il contenitore domenicale di Rai Uno era stato spiritosamente ribattezzato Domenica Inps.
Aule parlamentari e palinsesti hanno molte cose in comune: oltre al padrone, che è il medesimo per entrambe, ricordano proprio la piscina di cocoon, che dona vita eterna ai rispettivi protagonisti.
Grazie ad alcune fonti riservate, siamo venuti in possesso di alcune nuove nomine possibili: Enrico Toti ad occuparsi di barriere architettoniche; i fratelli Bandiera possono entrare nella commissione sul federalismo; Sacco e Vanzetti alla riforma della giustizia; Carlo Pisacane risolverebbe il problema dei rifiuti a Napoli; Francesco Baracca per la crisi dell’Alitalia. Il cinegiornale lo può leggere direttamente Nunzio Filogamo, il varietà lo affidiamo a Wanda Osiris e Macario.
L’unico problema è che per mandare le convocazioni dovremmo accollarci i costi di alcune sedute spiritiche. Oppure telefonare a Scapagnini. Ma vuoi mettere il prestigio?
mercoledì 19 novembre 2008
Onorevole si accomodi

Il post di oggi riprende pari pari il lancio d’agenzia con i dati della ricerca i quali, c’è da scommetterci, non circoleranno molto: gli spazi informativi saranno infatti tutti occupati dalle imperdibili esternazioni degli incontinenti Cicchitto e Gasparri.
I nostri tg infatti dedicano più di un terzo della loro durata alla pagina politica, più del doppio di quelli inglesi, francesi, tedeschi e spagnoli. E' quanto emerge da un'indagine condotta dall'Osservatorio di Pavia su 'Politica e giornalismo nei telegiornali Rai', commissionata dalla stessa azienda pubblica, secondo la quale Tg1, Tg2 e Tg3 dedicano ciascuno almeno dieci minuti alla politica in ogni edizione.
Mentre gli altri tg dell'Europa Occidentale (quelli dell'inglese Bbc One, di France 2, della spagnole Tve e della tedesca Ard) se mancano notizie rilevanti di politica non parlano proprio. Nei tg Rai la percentuale media dedicata alla pagina politica e' del 34,8% mentre negli altri quattro tg europei e' del 16,5%, meno della metà.
Ma non e' solo un problema di tempi: nei Tg Rai lo spazio della politica e' caratterizzato per lo più da esternazioni: il 55 per cento contro il 25,4 delle testate europee, che invece privilegiano le azioni dei politici anzichè le intenzioni dichiarate. Nei tg Rai - dice ancora la ricerca - le esternazioni si concentrano nel resoconto in esterna, nelle dichiarazioni e nei discorsi: il 64,2 per cento contro il 21,2 delle testate europee.
In pratica, più che una Televisione di Stato, abbiamo uno Stato di Televisione.
martedì 18 novembre 2008
Cinegiornale della sera

Il "giornalista" Rai commenta: “Gli ottimi rapporti personali consentono un tono poco protocollare tra Berlusconi e la Merkel”.
Immaginiamo lo sforzo del coraggioso cronista per descrivere, senza coprirla di ridicolo, l’ennesima sit-com istituzionale, offerta tra uno spot e l’altro. Del resto i tg pubblici e privati sono una specie di stantio varietà, sempre con gli stessi attori da anni; bisogna pur trovare qualche numero per épater les bourgeois e uscire qualche istante dalla catalessi informativa.
I toni rosei della cronaca politica sanno ormai di fondotinta e ricordano esplicitamente i cinegiornali dell’Istituto Luce: il capo non si critica anche quando fa il buffone e copre di ridicolo un’intera nazione con comportamenti manifestamente inappropriati.
Comportamenti probabilmente ascrivibili all’andropausa dell’anziano leader e che si ripetono ormai quasi quotidianamente. Anche se Silvio Bellicapelli ostenta gioventù, in quanto sente in lui la “gagliardia del ventenne”. A noi sembra di sentire quella del ventennio.
lunedì 17 novembre 2008
Mediocritas optima est

domenica 16 novembre 2008
No we can't

sabato 15 novembre 2008
Eternal sunshine of the spotless mind

In altre parole, vince il berlusconismo. Con gran soddisfazione dei numerosi cyborg al suo servizio.
venerdì 14 novembre 2008
Natale a Cologno Monzese

5. In occasione di un convegno sulle prospettive del capitalismo con la candidata repubblicana alla vicepresidenza USA Sarah Palin, nel corso di una conferenza stampa esclamerà: “Una bottarella gliela si può ancora dare”.
4. In occasione di un summit con i rappresentanti della popolazione Inuit sul riscaldamento globale, saluterà scherzosamente i delegati: “Atai Paraflu”.
3. In occasione di un incontro con il Presidente brasiliano Lula, preparatorio del G20 di Washington, porterà con sé una delegazione di calciatori brasiliani che militano nel Milan, squadra di sua proprietà. Scusate, questo l’ha già fatto. Allora porterà le ragazze del Cacao Meravigliao.
2. In occasione di un incontro con i Governatori delle Regioni italiane sul federalismo, si rivolgerà ammiccando a Nichi Vendola, Presidente della Regione Puglia e omosessuale dichiarato: “Non sai cosa ti perdi. Comunista vabbè, ma pure ricchione…”
1. In occasione del prossimo G20 di Washington, farà simpaticamente dono a Barack Obama di un casco di banane, intonando uno spiritual e “Oh Happy Day” insieme a Michele Apicella.
Per dare un colpo di grazia definitivo al grigiore del politically correct, nel Natale 2009 Silvio Bellicapelli si cimenterà in un cameo nel cinepanettone dei fratelli Vanzina, prendendo il posto del compianto caratterista Guido Nicheli nel ruolo del cumenda. Titolo del film: “Natale a Cologno Monzese.”
Ciao ciao bambina
giovedì 13 novembre 2008
Se Repubblica vale quanto Emilio Fede

Ma l’inevitabile deriva velinara che hanno avuto le Scienze della Comunicazione in questo Paese ci fa venire qualche dubbio in proposito.
Dotte dissertazioni semiotiche, nutriti convegni e ponderosi tomi non hanno infatti mai evidenziato un aspetto di fondo. I numeri.
Quanti lettori ha un quotidiano come “la Repubblica”? 2.991.000 secondo Audipress, per 627.000 copie circa (dati di mercoledì 12 novembre 2008). E stiamo parlando di una testata leader.
Quanti telespettatori ha un tg come “Studio Aperto”? 3.900.000 secondo Auditel, sommando le due edizioni principali delle 12.30 e delle 18.30 (dati di mercoledì 12 novembre 2008). E stiamo parlando di un telegiornale minore.
Il Tg1 fa circa 12 milioni di telespettatori al giorno tra ora di pranzo e ora di cena, il Tg5 più di 10 milioni.
Queste poche cifre danno l’idea dell’enorme divario tra il pubblico della tv e quello della carta stampata.
Vero che i lettori di un giornale sono più colti, più motivati e così via.
Ma il loro voto vale esattamente quanto quello di chi sta a casa davanti alla televisione.
E i voti si contano, non si pesano.
mercoledì 12 novembre 2008
Die Hard

Vaticano contro Godzilla, La vendetta del Vaticano, Il Vaticano e il calice di fuoco.
Nichilismo, cinismo, sarcasmo e orgasmo

Ci è tornato in mente il film “Harry a pezzi” quando Woody Allen, professore emerito cui viene conferita una laurea ad honorem, non trova di meglio che presentarsi alla sua vecchia università con una puttana e un cadavere.
Da alcune indiscrezioni, siamo venuti in possesso della delegazione ufficiale che Silvio Bellicapelli porterà con sé nel primo incontro con Barack Obama: Zeudi Araya, Naomi Campbell, Afef, Cannelle, Fiona May, Denny Mendez, Sylvie Lubamba.
P.S. D’ora in poi chiameremo il Berlusca Silvio BelliCapelli. Chi non capisce il nostro umorismo riceverà una laurea ad honorem in qualità di coglione. Alla cerimonia può portare chi vuole.
martedì 11 novembre 2008
Aridatece er Biscione

Il movimento del dare

lunedì 10 novembre 2008
Servizio pubico

Ieri, intorno alle 14, il dibattito del primo canale della televisione di Stato era incentrato più o meno sul seguente tema: “Belen l’ha data o non l’ha data a Rossano sull’Isola dei Famosi?”. Tra gli ospiti, in qualità di esperto, spiccava Emilio Fede.
Lo stesso spinoso tema è stato trattato, con diverse varianti, in altre trasmissioni Rai: “La vita in diretta”, “Italia allo specchio”, oltre naturalmente alla stessa Isola. Per onestà intellettuale e per portare il dibattito fino in fondo, dovrebbero aggiungere “O.k. il prezzo è giusto!”.
Si fa sempre riferimento alla tv del passato come a un modello da seguire. Beh, è vero. Tanti anni fa, la domenica televisiva era scandita da Corrado e Baudo, da Arbore e Minà, con scalette ricche di ospiti prestigiosi.
Sia chiaro: non si può pretendere di imporre al vasto pubblico della domenica il reportage internazionale, il documentario sul facocero o una rassegna di film di Kurosawa. Ma c’è modo e modo di fare intrattenimento.
Un tempo la tv faceva costume. Oggi si occupa di quello che c’è sotto il costume. Diventando un vero servizio pubico.
Nero burning rom

domenica 9 novembre 2008
Il Mondo Nuovo

sabato 8 novembre 2008
La donna giusta nel posto sbagliato

venerdì 7 novembre 2008
A-A-bbronzatissimo

Gli editorialisti a libro paga stamattina difendono le impresentabili esternazioni internazionali dell'anziano leader. Uno dei cortigiani scrive: "Questo è lo stile di Berlusconi. Prendere o lasciare". Lasciamo volentieri.
Stasera ci sarà a Chicago la prima conferenza stampa di Obama. Sarebbe bello se rispondesse con lo stesso spirito, giocando sulla fisicità. Gli spunti non mancano, il nostro potrebbe simpaticamente essere apostrofato come "pelato", "nano" e così via. Una nuova frontiera delle relazioni diplomatiche. Dopo mancano solo i gavettoni.
Dobbiamo capirlo. Il Berlusca viene dalla tv commerciale, quella delle soap opera, che si chiamano così perchè in origine erano sponsorizzate dai detersivi. I detersivi sono quelli che lavano "bianco che più bianco non si può". Il nero proprio non lo sopportano.
giovedì 6 novembre 2008
Innocenti evasioni

- - Forse non tutti sanno che... I soldi non versati in Italia al fisco corrispondono a 7 punti percentuali del Prodotto interno lordo.
- Forse non tutti sanno che... Se tutti gli evasori pagassero le tasse gli italiani avrebbero in tasca 100 miliardi di euro in più all’anno.
E queste sono le stime più prudenziali, che poi sono quelle ufficiali di Agenzia delle Entrate e Banca d'Italia.
Il Wall Street Journal ha definito "leggendaria" l'evasione fiscale italiana. E i giornali e la tv italiani? Semplicemente non l'hanno definita, perchè ne parlano pochissimo. Non parlano di evasione, sono evasivi: visto che si tratta di sommerso, hanno deciso di sommergere anche le notizie.
E, come al solito, per avere un'informazione decente bisogna correre in libreria. Mi permetto di consigliarvi "Evasori. Chi. Come. Quanto." di Roberto Ippolito, Bompiani Editore.Silvio B. ha denunciato che, a suo modo di vedere, i media italiani diffondono ansia e angoscia. Dovrebbero quindi dedicarsi di più all'evasione. Magari.
mercoledì 5 novembre 2008
Good Morning America
No, non è la CNN

I nostri “giornalisti” hanno sempre la stessa ricetta. Tutti. Qualsiasi cosa avvenga. Che sia l’elezione del primo Presidente afroamericano della storia americana, il delitto di Garlasco, l’anniversario dell’Arma dei Carabinieri o l’isola dei famosi.
Così è andata anche ieri sera. Un fatto storico si è trasformato nell’ennesima passerella di politici. Opinioni a vanvera, patetici endorsement dell’ultimo minuto, improbabili collegamenti con i fatti italiani. Opinioni che si elidono e che appiattiscono la prospettiva di fatti molto diversi tra loro in una specie di soporifera marmellata elettronica.
Il talk show monopolizza l’informazione, diventa l’unico modo di raccontare la realtà. Il modello “Porta a Porta” ha neutralizzato il Tg1, il cui direttore era, ospite tra gli altri, a rendere omaggio al Gran Ciambellano Vespa. Contaminati anche i competitor su Canale 5 e, in parte, Sky Tg 24.
Il telespettatore italiano non aveva scelta: per seguire le elezioni USA, doveva per forza sorbirsi le esternazioni di La Russa. Da segnalare che la storica serata era già cominciata sotto presagi sinistri, visto che la puntata di “Ballarò” era la solita puntata di “Ballarò”, con Rutelli e Casini a duettare con Urso e Martino.
Unica scelta possibile: sintonizzarsi sulla CNN. Un modello di informazione pura, un solo conduttore in studio, moltissimi collegamenti con gli inviati, elaborazioni, approfondimenti, innovazioni tecnologiche. Nessun politico a sproloquiare.
Un tempo la redazione di un giornale era chiamata, in gergo, la “cucina”. Oggi siamo passati al salotto.
martedì 4 novembre 2008
lunedì 3 novembre 2008
Virus, anticorpi e portatori sani

Chi ha seguito la campagna elettorale americana si è reso conto di una differenza fondamentale rispetto a quanto avviene da noi: il ruolo della stampa come vero "cane da guardia" del potere.
Un talk-show brillante (e non giornalistico) come quello di David Letterman ha continuato a prendere in giro il candidato repubblicano McCain dopo una "bidonata" che l'anziano reduce aveva rifilato all'anchorman della CBS, non presentandosi in studio all'ultimo momento. Le battute al vetriolo su di lui si sono sprecate sera dopo sera, costringendolo alla fine a ritornare sui suoi passi, accettando di essere ospitato dal grande Dave.
Cosa sarebbe successo da noi? La trasmissione sarebbe stata accusata di faziosità in piena campagna elettorale, risucchiata in un vortice di polemiche, probabilmente isolata, non difesa dai colleghi, infine chiusa. Con tanti saluti alla libertà di espressione.
I nostri giornalisti, salvo poche felici eccezioni, sono infatti animali da salotto. Il loro obiettivo non è quello di informare i cittadini, ma quello di compiacere l'ipertrofico ego di una gerontocrazia politica impresentabile. Portatori sani di microfono, si autocensurano guardandosi bene dal fare domande scomode. Gli italiani vedono i giornalisti come “incompetenti, bugiardi, di parte, malati di protagonismo, ma anche insostituibili e indispensabili per tutta la società", secondo una recente indagine proprio dell'Ordine dei Giornalisti della Lombardia.
Del resto quale credibilità può avere un giornalista che viene stipendiato da un politico, come accade per buona parte della stampa italiana?
Un'informazione malata e distorta comporta necessariamente un cittadino poco consapevole e "ignorante", in senso tecnico: le sue scelte saranno quindi determinate in funzione di cio che sa (e di ciò che non sa), svuotando quindi la democrazia "dal di dentro", lasciando intatto solo un esteriore apparato istituzionale fatto di corazzieri e stanchi rituali.
Barack Obama, il candidato democratico alla Casa Bianca, ha detto: "Quello che c'è di sbagliato in America può essere risolto con quello che c'è di giusto in America". Bellissima frase che, partendo dalla constatazione che si tratta di una società con molte distorsioni, come la recente crisi economica ha evidenziato, stiamo parlando di un sistema che ha in sè gli anticorpi giusti, e tra questi certamente c'è l'informazione.
L'Italia non può dire altrettanto: sessant'anni di democrazia non hanno prodotto gli anticorpi necessari per reagire a virus devastanti come il populismo, che stanno trovando terreno fertile in questi anni. L'opinione pubblica è frastornata e confusa, i giornalisti non sono la bussola di nessuno, perdendo così la loro funzione di intermediazione, necessaria in una democrazia matura.
L'attuale situazione mi ricorda il quadro di Magritte nel quale è raffigurata una pipa, ma sotto una didascalia spiega "Questa non è una pipa". Infatti è l'immagine di una pipa. Con il nostro sistema democratico dovremmo trovare, da qualche parte, la forza di essere altrettanto espliciti.
domenica 2 novembre 2008
Vedo Gelli far festa.

Siamo venuti in possesso del nuovo, probabile palinsesto.
ore 8,00 - Loggione - la musica di sempre
ore 9,00 - Mattina... in famiglia - in diretta da Palermo
ore 11,00 - Forum - la giustizia fai-da-te
ore 12,00 - Linea nera
in questa puntata: Arcore e Castiglion Fibocchi
ore 13,00 - Tg(P)2
ore 13,30 - Amici degli Amici - reality show
ore 14,30 - Ior confesso
ore 16,00 - Assassinio sul Grand-Orient Express
ore 17,30 - Kiss me Licio - cartoni animati
ore 18,00 - La storia siamo noi
ore 19,00 - Chi vuol essere milionario
ore 20,00 - Tg(P)2
ore 22,30 - Venerabile Italia - talk show
ore 23,30 - Maurizio Costanzo Show
ore 00,30 - Buonanotte all'Italia - offerto da Permaflex
sabato 1 novembre 2008
Monoscopio o stetoscopio?
