martedì 11 novembre 2008

Aridatece er Biscione

“Corri a casa in tutta fretta c’è un Biscione che ti aspetta”. Con questo slogan, nei primi anni ’80 Canale 5 faceva il suo ingresso nelle case degli italiani.
Silvio Berlusconi dimostrava già allora grande sintonia con lo spirito del tempo: finiti gli anni ’70 delle grandi mobilitazioni di piazza, il nuovo decennio cominciava infatti all’insegna del “riflusso” e delle serate domestiche illuminate dalla luce azzurrina della neonata tv commerciale. Primi sintomi di quell'egoismo sociale che poi diverrà un tratto tipico della sua linea politica.

La sinistra di allora, il celebrato PCI di Berlinguer, e i suoi epigoni, commisero il più madornale degli errori. Forti della loro cultura “alta”, dei loro libri, delle loro mostre e dei loro cineforum, si sentivano infinitamente superiori a quel venditore di detersivi: chiusi nella torre d’avorio, consideravano la televisione una forma plebea di diffusione culturale.

Uno snobismo che ha consentito al Berlusca di fare il lavaggio del cervello agli italiani per ben 14 anni, fino alla fatale discesa in campo del 1994, quando un partito che non esisteva diventò il partito di maggioranza relativa.

Oggi la sinistra, con 28 anni di ritardo, e dopo che per 7 anni al governo è stata incapace di tirar fuori uno straccio di legge antitrust e sul conflitto di interessi, si accorge di quanto sia cruciale il piccolo schermo in un Paese che legge poco. E cosa fa? Disegna un progetto culturale di ampio respiro paragonabile a quello, perverso, di Arcore? Ingaggia finalmente una battaglia seria su questo tema? No, ormai non sarebbe credibile.

Meglio farsi una tv fatta in casa, nel tinello. Una tv triste, povera, bulgara e autoreferenziale. Anzi due: YouDem, canale 813 di Sky, e Red, canale 890 di Sky. Una per la corrente veltroniana e una per quella dalemiana.

Se questo è il modo con cui l’"intelligenza" di sinistra affronta il tema tv, aridatece er Biscione.

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