venerdì 28 novembre 2008

Non perdiamola di vista

Ieri sera eravamo in studio allo show di Paola Cortellesi.
Ci fanno attendere circa un’ora all’ingresso di Cinecittà. La magia di trovarsi vicino allo studio 5, quello prediletto da Fellini, viene infranta dalle scritte sui cancelli, tutte inneggianti a Maria De Filippi.

La scenografia di Emanuela Trixie Zitkowsky è molto post-industriale, molto Raitre.

Il titolo che avrebbe dovuto avere il programma originariamente, “Brutti, sporchi e cattivi”, avrebbe reso meglio la filosofia di questo varietà. Invece hanno scelto un titolo anonimo, uno di quelli che evocano il contrario di quanto affermano esplicitamente: “Non perdiamoci di vista”.

Per peggiorare la situazione, il titolo viene poi espresso con l’acronimo NPDV. Una specie di codice fiscale che, oltre a compromettere l’intelligibilità, non è originale: già il talk di Piroso su la7 era denominato NDP, che stava in quel caso per “Niente di personale”.

L’aria che si respira è quella informale di una prova generale, anche quando comincia la diretta. La Cortellesi è strepitosa: canta dal vivo con leggera padronanza (elogiata per questo dalla stessa Mina), si cambia d’abito, recita, duetta con Jovanotti e Flavio Insinna. Tutto con grande naturalezza, da vero “one-woman-show”.

Solo gli sketch con le imitazioni (strepitosa la Gelmini-cyborg) sono registrati, per evidenti motivi legati al trucco. Per il resto, corre da una parte all’altra del teatro con incredibile energia. Ai confini dell’ansiogenia.

I comici funzionano meglio nelle nicchie di programmi più ampi (Crozza a Ballarò, Littizzetto da Fazio), ma la Cortellesi non è “solo” una comica. E’ una vera show-girl, una specie di versione moderna di Delia Scala e Franca Valeri, con voce intensa e intonazione impeccabile quando canta. Scusate se è poco.

Il programma però è imperfetto, in questo simile a quello di Crozza su la7: troppo lungo e diluito, risente di un’impostazione ibrida a metà tra il varietà classico e la satira Dandini-style. Con la differenza che il povero Francesco Mandelli non è una spalla su cui poggiarsi. Anzi, non è.

Una scarsa definizione dell’insieme, unitamente a una collocazione nel palinsesto suicida (vedi post di sabato 8 novembre), ha contribuito a rendere questo programma una specie di “oggetto non identificato” per i telespettatori.

Unica consolazione: Paola ha avuto un’occasione di più per mostrare agli addetti ai lavori il suo talento e le sue potenzialità. Sempre che trovi qualcuno che sappia valorizzarle. Noi la vedremmo bene con Fiorello. In ogni caso, non perdiamola di vista.

1 commento:

Anonimo ha detto...

ah c'è un nuovo post :-) e in versione più classica da critico televisivo secondo appunto le buone tradizioni con tanto di riferimenti del passato scala e valeri..bene bene meno male che ti ho letto.non ho seguito perche hanno fatto una programmazione assassina(ma dico io , ma come caz si fa a mettere la cortellesi in contemporanea con santoro?), potrei rivedermela su raisat, ma è un periodo di casino lavorativo e ho poco tempo, quindi mi fido di te e ti saluto dicendoti che non ti perdo di vista eh eh eh ogni tanto passo e ti leggo come ora.stammi bene Giulio e continua così xke sei cosi bravo a descrivere tutto che quasi quasi è come vedersi la tv senza farsi male :-)
GRAZIE!
lupo
Lupo