
Ci fanno attendere circa un’ora all’ingresso di Cinecittà. La magia di trovarsi vicino allo studio 5, quello prediletto da Fellini, viene infranta dalle scritte sui cancelli, tutte inneggianti a Maria De Filippi.
La scenografia di Emanuela Trixie Zitkowsky è molto post-industriale, molto Raitre.
Il titolo che avrebbe dovuto avere il programma originariamente, “Brutti, sporchi e cattivi”, avrebbe reso meglio la filosofia di questo varietà. Invece hanno scelto un titolo anonimo, uno di quelli che evocano il contrario di quanto affermano esplicitamente: “Non perdiamoci di vista”.
Per peggiorare la situazione, il titolo viene poi espresso con l’acronimo NPDV. Una specie di codice fiscale che, oltre a compromettere l’intelligibilità, non è originale: già il talk di Piroso su la7 era denominato NDP, che stava in quel caso per “Niente di personale”.
L’aria che si respira è quella informale di una prova generale, anche quando comincia la diretta. La Cortellesi è strepitosa: canta dal vivo con leggera padronanza (elogiata per questo dalla stessa Mina), si cambia d’abito, recita, duetta con Jovanotti e Flavio Insinna. Tutto con grande naturalezza, da vero “one-woman-show”.
Solo gli sketch con le imitazioni (strepitosa la Gelmini-cyborg) sono registrati, per evidenti motivi legati al trucco. Per il resto, corre da una parte all’altra del teatro con incredibile energia. Ai confini dell’ansiogenia.
I comici funzionano meglio nelle nicchie di programmi più ampi (Crozza a Ballarò, Littizzetto da Fazio), ma la Cortellesi non è “solo” una comica. E’ una vera show-girl, una specie di versione moderna di Delia Scala e Franca Valeri, con voce intensa e intonazione impeccabile quando canta. Scusate se è poco.
Il programma però è imperfetto, in questo simile a quello di Crozza su la7: troppo lungo e diluito, risente di un’impostazione ibrida a metà tra il varietà classico e la satira Dandini-style. Con la differenza che il povero Francesco Mandelli non è una spalla su cui poggiarsi. Anzi, non è.
Una scarsa definizione dell’insieme, unitamente a una collocazione nel palinsesto suicida (vedi post di sabato 8 novembre), ha contribuito a rendere questo programma una specie di “oggetto non identificato” per i telespettatori.
Unica consolazione: Paola ha avuto un’occasione di più per mostrare agli addetti ai lavori il suo talento e le sue potenzialità. Sempre che trovi qualcuno che sappia valorizzarle. Noi la vedremmo bene con Fiorello. In ogni caso, non perdiamola di vista.
1 commento:
ah c'è un nuovo post :-) e in versione più classica da critico televisivo secondo appunto le buone tradizioni con tanto di riferimenti del passato scala e valeri..bene bene meno male che ti ho letto.non ho seguito perche hanno fatto una programmazione assassina(ma dico io , ma come caz si fa a mettere la cortellesi in contemporanea con santoro?), potrei rivedermela su raisat, ma è un periodo di casino lavorativo e ho poco tempo, quindi mi fido di te e ti saluto dicendoti che non ti perdo di vista eh eh eh ogni tanto passo e ti leggo come ora.stammi bene Giulio e continua così xke sei cosi bravo a descrivere tutto che quasi quasi è come vedersi la tv senza farsi male :-)
GRAZIE!
lupo
Lupo
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