martedì 25 novembre 2008

Nostalgia canaglia


I fuochi fatui sono piccole fiammelle, solitamente di colore blu, che si manifestano a livello del terreno in particolari luoghi come i cimiteri, le paludi e gli stagni nelle brughiere. Il periodo migliore per osservarli è nelle fredde sere d'autunno.

La loro origine non è del tutto chiara ma l'ipotesi più probabile è che si tratti di fiammelle derivate dalla combustione del metano e del fosfano dovuta alla decomposizione di resti organici.

Questa settimana non ci sono partite di Champions nè gare di Formula Uno, che danno l'illusione della vita: un'iniezione di adrenalina a un corpaccione moribondo come quello di Rai Uno.

Infatti questa settimana il palinesto della prima rete tv ricorda da vicino i fuochi fatui:

Domenica e lunedì - I Vicerè (ambientato tra il Risorgimento e l'unificazione)
Martedì e giovedì - Raccontami (ambientato negli anni '60)
Mercoledì - Carramba che fortuna! (prima edizione 1995, condotto da Raffaella Carrà, 65 anni)
Venerdì - I migliori anni (gara tra gli anni '50, '60, '70, '80 e '90)
Sabato - Serata d'onore (prima edizione 1983, condotto da Pippo Baudo, 72 anni).

Qualcuno potrebbe dire che si tratta di una linea editoriale che privilegia il pubblico adulto, un palinsesto vintage per compiacere la nostalgia del target di Rai Uno.

Noi la vediamo diversamente. Una volta il target di Rai Uno era generalista, travsersale. Oggi Rai Uno sembra rivolgersi esclusivamente a un pubblico di vecchi. Come è possibile?

Dal 2002, il direttore di Rai Uno è Fabrizio Del Noce, già deputato per Forza Italia e figlio del filosofo Augusto Del Noce.

Facciamo un'ipotesi. Ipotizziamo che Del Noce abbia scelto deliberatamente di parlare agli ottuagenari per lasciare alla tv commerciale il target più giovane, che spende di più, quindi più appetibile per gli inserzionisti pubblicitari.

Ricostruiamo la scena. Prendi un tuo ex deputato e lo metti a capo della principale rete tua concorrente. Per non dare troppo nell'occhio, fai in modo che, quantitativamente, la rete mantenga una sua leadership di ascolti. Altrimenti, con un tracollo di audience, sai quante storie con il conflitto di interessi...Sembra di sentirli: mette Del Noce e Rai Uno, da sempre leader, perde con il Biscione.

Invece invece...Rai Uno mantiene sì la leadership negli ascolti, ma in modo da non nuocere. Si rinchiude nella nicchia dei vecchi, diventa una specie di Retequattro di gran lusso, ma che non disturba la raccolta pubblicitaria di Mediaset. Geniale.

Ma c'è un ma. Può la prima rete tv italiana vivere solo di passato? Può non sperimentare, non innovare, non parlare ai giovani? Può non guardare al futuro insomma? Certo che può, ma condannandosi a una marginalità culturale sempre più evidente, a un lento ma inesorabile e progressivo declino. Un declino forse senza ritorno.

Secondo Aristotele, non si può riprendere la disposizione all’essere, se la si è persa.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Temo che il richiamo costante e continuativo ai favolosi anni 50, 60, 70, 80 e 90 (ma solo quelli che viviamo noi sono di merda!?!?) siano una sorta di distributore automatico di endorfine volte a dimenticare e metabolizzare positivamente la situazione orribile in cui stiamo vivendo. E non mi riferisco solo alla tanto decantata Crisi ma anche alle meno pubblicizzate (perche scomode) crisi di valori e di cosume che la nostra vecchia - appunto - società sta vivendo.

Il ricorso ai presentatori d'annata, sempre in un'ottica di tranquillizzare lo spettaconsumatore, serve per l'appunto allo scopo. Vedere l'immutabilità di Pippo e Raffa danno certezze, la sicurezza che Loro ci sono, a quella base (senza alcun riferimento politico!) di spettaconsumatori che si nutrono di varietà.

Sinceramente non ho molto tempo, ne molta voglia di guardare la TV, spesso mi trovo a vedere la seconda serata, quella che una volta vedevano i capifamiglia quando tutti erano a letto (ricordate il lussurioso "togliti le mutande" sussurrato da Fantozzi?) che oramai è ridotta ad un continuo straparlare su argomenti semitrattati in prima serata e nei TG, approfondimenti degli approfondimenti! Ma cosa approfondiamo poi? Olindo e Rosa, gli studenti che si pestano in piazza con le spranghe tricolori, l'isola dei famosi e la talpa (ebbene si approfondiamo anche la superficialità per eccellenza!).

Matrix ormai è inguardabile, Porta a Porta lo è sempre stata.
Fortuna che ci sono ancora trasmissioni commmmmmuniste come Parlami di te o Glob che, tra il serio ed il faceto, approfondiscono talvolta più delle trasmissioni di approfondimento.

Un saluto al mio blogger preferito... aspetto con ansia il post di venerdì mattina e tu sai perchè...!!

Anonimo ha detto...

Errata corrige:
quando nomino "Parlami di te" ovviamente intendevo "Parla con me"
Sorry

Giulio Lo Iacono ha detto...

Caro Paperinik, ti rispondo con una frase del mio Papa preferito, Giovanni XXIII, pronunciata durante il Concilio Vaticano II.

"Cos'è la tradizione? È il progresso che è stato fatto ieri, come il progresso che noi dobbiamo fare oggi costituirà la tradizione di domani."

Una frase profonda, densa di futuro. E che in poche, semplici parole spiega che non si può vivere di sola memoria. Occorre recuperare il senso del futuro, costruire e immaginare il domani. In tutti i campi. In primis la tv, che fa da moltiplicatore sociale, in positivo ma purtroppo anche in negativo.